The Day After: ritorno alla normalità

Autore: Andrea L.

Data: 03 Dec 94 16:51:54

Non era una mattina come tutte le altre: la
loro sveglia suono’ molto prima del solito. Una colazione
rapidissima, ma molto energetica, per affrontare nel modo giusto
la dura lotta. Per tutti la tensione era alta, guidarono fino
all’ufficio in maniera nervosa, non senza correre rischi, ma la
posta in gioco era alta: valeva la pena osare.

Tutti pensavano la stessa cosa, mentre si
avvicinavano alla meta: e’ fatta! Ci fu pertanto un pesante
attimo di sconcerto quando tutti e tre si ritrovarono uno di
fronte all’altro, dinanzi al cancello della TC Sistema:
"Maledetti! Hanno avuto la stessa idea!", fu il
pensiero comune.

Si guardarono negli occhi, studiando con
attenzione ogni possibile segno che indicasse le intenzioni degli
avversari: poi, all’improvviso, uno sbuffo di vento agito’ i loro
cappotti. Il timore di essere preceduti li fece scattare come
molle: si precipitarono contemporaneamente verso le scale,
correndo all’impazzata, strattonandosi. Il gioco si era fatto
sporco, volavano borsettate, sacchetti della merenda, scatolette
di Spunti’: tutto pur di ostacolare gli altri.

Il primo a giungere dinanzi alla porta
dell’ufficio fu Diego, forte del suo invidiabile fisico asciutto,
frutto di mesi di allenamento: ma era un vantaggio effimero,
implacabile giunse sulla sua testa l’edizione rilegata in
brossura del manuale di CodePainter, che ormai altro scopo non
aveva che quello di oggetto contundente.

"E’ mio! A me!" urlavano come
assatanati mentre tra graffi calci e sputi si proiettavano sulle
opime spoglie. "La RAM, il DX266, voglio il telefono!".
Scene indicibili si susseguivano: alla fine, stravolti da cotanta
lotta, si accordarono per un’equa distribuzione, non valeva
rischiare la vita per qualche Mips in piu’.

* * *

L’ufficio sembrava vuoto, adesso… Non si
sentiva piu’ l’opprimente fischio del modem, che dopo aver fatto
a lungo il suo dovere, languiva in un angolo. Quale onta per un
apparato che aveva conosciuto i fasti del V32bis a 14.440 baud ed
ora conosceva il disonore del V22bis a 2400.

Eppure, l’atmosfera era diversa… Se non altro
fumosa… Mario ne approfittava per recuperare le sigarette
perdute in tanti mesi, accendendone 7-8 insieme ed aspirando a
pieni polmoni: il condizionatore funzionava anche in Dicembre, la
temperatura in ufficio era di 8 gradi e si’, Mario ammetteva che
forse si poteva anche fare un pensierino alla camicia a maniche
lunghe.

In questo clima artico Rosanna trovo’
finalmente il conforto di un branco di lupetti, che
scodinzolavano affettuosamente sotto la sua scrivania in attesa
della slitta con cui Mario arrivava in ufficio tutte le mattine.

Ma per prevenire ulteriori malanni di gola
dall’altra parte della scrivania una potente stufa sviluppava
temperature da altoforno per tenere al calduccio la schiena,
oltre a fornire quella luce utile a vedere in ufficio, adesso che
le tapparelle erano perennemente abbassate per prevenire
sgradevoli riflessi sul monitor.

Per conto suo Diego, ormai guarito dai malanni
che l’avevano afflitto, ma con una spiacevole assuefazione di
ritorno alle fiale artefici del miracolo, passava il suo tempo al
telefono, sepolto da montagne di fax dalle filiali DC Company.
"Come sarebbe a dire che avete cambiato le specifiche? Non
vi bastano ancora 753 database per le fatture a cliente?"
era una delle sue frasi piu’ comuni. Sul suo tavolo era stato
installato un videotelefono per essere in contatto diretto con
Lancianese e Trovato, che sfornavano nuove release del gestionale
con una produttivita’ da fare invidia ai giapponesi. Ogni tanto
riceveva chiamate infuocate dalla Germania, da una Maria
inviperita, che ancora non capiva come mai quel tizio che si
spacciava per ingegnere avesse cambiato voce e continuasse a
ripetere disperato "One moment, non conosco l’inglese!"

* * *

Una mattina giunse in ufficio un pacchetto,
pieno di biglietti da visita intestati all’Ing. Loto Andrea:
almeno il titolo era giusto!

Andrea ne sarebbe stato felice, penso’ con
commozione Diego… Ne incornicio’ uno e lo appese sopra quella
che era stata la sua scrivania, rivolgendo un pensiero devoto:
era proprio vero che bisognava credere fermamente nelle cose
perche’ si avverassero!

Hugony prometteva intanto che avrebbe fixato in
poche ore quel baco che affliggeva il programma per l’ALI:
l’applicazione aveva ormai superato la 200^ release e veleggiava
verso i 30 Mb di occupazione. NT al confronto era una semplice
utility. Visalli telefonava disperato che i conti li aveva
rifatti e tornavano, ma non si spiegava come mai in Tecnimont non
quadrassero.

Nel frattempo Marco, messo sempre piu’ alle
strette dal loro scaltro responsabile, si affannava a spiegare
che Visalli era ormai giunto alle soglie della dirigenza e aveva
ormai delegato i compiti piu’ umili: rispondeva da casa, dalla
sua sontuosa poltrona in pelle e per questo era introvabile in
ufficio.

Marco ormai non comunicava piu’ con i colleghi
tramite il suo fido vivavoce, ma aveva installato un microfono
che mediante un potente altoparlante faceva conoscere i suoi
voleri. Per parlargli era stato istituito il distributore di
numeri: chi doveva conferire con lui attendeva fuori dal suo
ufficio prelevando l’apposito scontrino nonche’ l’indispensabile
tuta termica, necessaria per le temperature polari che il tapino
era costretto ad affrontare. Solo Mario ne faceva a meno: anzi,
usciva spesso da quei colloqui accaldato e sbuffante…

* * *

Tutto era piu’ normale adesso… Dopo qualche
mese nessuno penso’ piu’ a lui, finche’ il quadretto con il suo
biglietto da visita si stacco’, a seguito delle vibrazioni
provocate dagli operai dell’officina sottostante.

La donna delle pulizie che lo trovo’ nel
cestino della spazzatura penso’, tra se’ e se’ :"Per forza
l’hanno buttato, hanno sbagliato il titolo!"