La grande pioggia

Autore: Valerio M.

Data: 30 Jun 92 00:38:28

Il taxi che aveva preso all’aeroporto giunse
nella via dove si trovava l’albergo proprio quando cominciavano a
cadere le prime gocce di quella pioggia che si era fatta
attendere per piu’ di vent’anni. La strada di terra battuta era
talmente asciutta e polverosa che le gocce, al momento
dell’impatto, vi scavavano enormi crateri sollevando dense nubi
di rena finissima, la quale, impastandosi nell’aria con le gocce
seguenti, andava formando muraglie di fango fluttuanti, mortali
trappole per l’incauto passante.

Con il suo solito sprezzo del pericolo,
raggiunse l’entrata dell’albergo e, attraversata la hall deserta,
si diresse risolutamente all’ascensore. L’acqua aveva gia’
raggiunto il primo piano degli edifici e vi entrava scrosciante
dalle finestre, portando il lieto annuncio che la siccita’ era
finita. Pigio’ meccanicamente il tasto del ventinovesimo piano e
dette sospirando un’occhiata all’orologio: da quando quel
maledetto coso aveva cominciato a funzionare, non stava mai fermo
un minuto e cosi’ a lui non riusciva mai di sapere che ore
fossero.

Terminata la salita, imbocco’ il lungo
corridoio che si snodava alla sua sinistra per parecchi
chilometri, ricoperto da una spessa moquette a pelo lungo che
formava qua e la’ folti cespugli tosati a forma di animali. I
pochi previdenti rifugiatisi sui tetti delle case per sfuggire
alla furia delle acque, guardavano la luna sorridere nel cielo
notturno, sereno oltre ogni limite, mentre la pioggia sferzava i
loro volti, nei quali si leggeva l’ingiustificato timore di una
morte ormai certa. Sul far dell’alba finalmente giunse in vista
di un branco di zebu’, posti come a guardia della sua camera.
Proprio dinanzi alla porta che recava impresso il numero 2904,
ebbe una improvvisa illuminazione: se era vero, come aveva letto
nelle guide turistiche, che in quella zona non esistevano edifici
alti piu’ di tre piani, allora era certamente in trappola, e
questa volta non se la sarebbe cavata cosi’ a buon mercato, visto
che aveva con se’ un solo buono sconto e per giunta scaduto.
Facendo affidamento sulla sua straordinaria abilita’
nell’infilarsi le calze anche con le mani legate dietro alla
schiena, decise di rischiare il tutto per tutto, apri’ la porta
di scatto e fu con un balzo al centro della stanza. La scena che
gli si presento’ agli occhi era talmente incredibile, che non mi
ci metto neppure a descriverla.