Quella notte

Autore: Marco C.

Date: 28 Oct 92 23:06:10

Quella notte rientro’ piuttosto tardi, era
stanco e aveva voglia di dormire. Ma come sempre il mignolo del
piede destro lo tenne sveglio fino a tarda ora. Gli duoleva
terribilmente da quando Ramirez gli aveva parcheggiato la sua
astronave sopra.

Cosi’ per ingannare il tempo decise di uscire
nuovamente, scese in cortile, apri’ la saracinesca, sposto’
Pisolo, il gatto sordo della vicina di casa barese, che aveva
l’abitudine di dormire sopra i motori ANTI-materia della sua
Imperial starship, e si mise alla console. Il report dei porti
era impressionante, non c’era piu’ una coppia integra in tutta la
galassia, ormai erano giorni che tutti commerciavano come dei
rabbini lucrando perfino sulle stive di ore necessari per i salti
nell’iperspazio. Non c’era un solo posto decente dove sperare di
raggranellare quei 120.000 glaudi per alimentare lo scarno tesoro
sepolto nel giardino tra i crisantemi. Lesse e rilesse i
coefficienti, alla fine decise per una coppia infima, classe 2 e
3 lontana 13 turni e con la possibilita’ di guadagnare non piu’
di 70.000 glaudi.

Accese i motori, prese i soldi dal forziere,
una manciata di caccia e via! In un primo momento l’ebbrezza del
salto cieco lo illuse di potersi divertire ancora a scorrazzare
su’ e giu’ per la galassia, ma fu solo l’illusione di un breve
momento. Arrivato a destinazione comincio’ il triste rituale di
tutti i giorni: Autorizzazione all atterraggio, contrattazione
del prezzo, carico e scarico, poi spostarsi di un misero settore,
ripetere, tornare, ripetere, tornare,..

Non ce la faceva piu’, non sopportava piu’ quei
maledetti droidi con le facce tutte uguali che puzzavano di
triclorosilano ed erano pure maleducati.

Disse BASTA, un droide sembro’ sentirlo e
guardarlo, ma non era vero, era che ormai non c’era piu’ con la
testa. Decise quindi di andare ad ubriacarsi alla Taverna.

Arrivo’ allo Star Dock che era notte fonda,
entrato nella taverna lo avvicino’ una venusiana dalle forme
dolci e aggraziate, lusingandolo sulle sue doti di guerriero
cercava di estorcergli del denaro in consumazioni, era in
combutta con quel figlio di puttana del barista, un contadino di
Sringuly arricchitosi con questi trucchi di bassa lega. Ma lui
non ci casco’, sebbene stanco e sfiduciato era troppo
intelligente per farsi abbindolare da una prostituta di Venere.
Tiro’ dritto e si sedette ad un tavolo dove c’era un coboldo.

Alla domanda:"E tu che ci fai qui ? Garda
che hai sbagliato gioco!" il piccolo esserino replico’
dicendo di essere una spia, e si dichiaro’ pronto a vendere
informazioni sui pianeti della galassia.

Fu’ cosi’ che seppe che su Arrakis c’era un
tesoro di 1.700.000 glaudi difeso da 8.000 caccia!!

Per un attimo, riflesso nel bicchiere di punch
che teneva in mano, Peter vide i bagliori della guerra, la luce
dei missili a fotoni, le saette dei cannoni al Quasar e non seppe
resistere. Uccise senza pieta’ la spia che non meritava altro e
torno’ si reco’ al emporio:

Compero’:

1 Missile a fotoni, 10 Mine Distruptors, 1
Planet Scanner, 1 Baby pulman, 1 scatola di preservativi, e le
noccioline.

Non poteva assolutamente portare un attacco ad
Arrakis senza la scatola delle noccioline al suo fianco, si
sentiva sicuro mentre le sgranocchiava, gli sembrava di essere al
cinema mentre davanti a lui il settore 886 bruciava sotto
l’effetto dei missili a fotoni.

Fu un attacco mal portato e peggio eseguito, se
poteva considerarsi un genio dello sfruttamento dei porti,
essendo riuscito a collezionare 5 milioni di glaudi in un mese,
altrettanto non si poteva dire della sua tattica bellica.

Spreco’ un secondo missile a fotoni per un
pianetino senza il Quasar Cannon e se avesse atteso 3 giorni si
sarebbe potuto impossessare del pianeta senza essere costretto
poi a distruggerlo. Ma quello che contava e che finalmente era
tornato ad assaporare l’EMOZIONE, l’adrenalina era fluita
copiosamente nelle sue vene per tutta la durata del l’attacco e
si sentiva ora esausto.

Dell’impero del male restavano 3 esche col
cappotto, 1 nave dispersa nel l’ ignoto, e 6 attoniti caccia nel
settore 886 che sotto lo shock dei missili a fotoni erano rimasti
inebetiti e a questo dovevano la loro salvezza.

Torno’ a casa e pianse, ma non pianse di gioia,
e nemmeno di pieta’ per i nemici polverizzati, ma pianse perche’
facendo retromarcia aveva spappolato Pisolo che si era
acciambellato nel bel mezzo dell’autorimessa. Non pianse nemmeno
per il dispiacere, in fondo si trattava di un gatto rompipalle,
ma pianse al pensiero delle bastonate che si sarebbe preso
l’indomani, da Assunta la vicina di casa…..in effetti fu
proprio cosi’…….