Storia di vita

Storia di vita

Autore: Valerio M.

Data: 07 Apr 92 05:54:42

Al termine del pranzo si alzo’ da tavola
leggermente gonfio. Forse avrebbe dovuto fermarsi dopo il settimo
piatto di pasta e sarebbe stato piu’ saggio dire di no al quinto
barilotto di birra. Il gas che aveva ingurgitato assieme
all’aureo nettare decise di uscire tutto in una volta facendogli
sprigionare un rutto talmente denso e corposo da potergli nuotare
dentro. Era giornata di votazioni: "i seggi chiudono alle
quattordici – penso’ – sara’ meglio che mi sbrighi" e dette
distrattamente un’occhiata all’orologio che peraltro, gia’ da
molti anni, segnava sempre l’una e mezza.

Trascinandosi faticosamente sulla sua gamba di
legno, perenne ricordo di quella volta in cui, deluso dalla vita,
aveva deciso di farla finita impiccandosi con la catena del
cesso, ma era malamente scivolato sull’asse e l’arto gli era
rimasto irrimediabilmente incastrato nel sifone dello scarico,
giunse finalmente all’edificio che ospitava il seggio. Questo,
altro non era che un cinema porno adattato per la circostanza,
cosicche’ stratosferiche bionde dallo sguardo trombino si
facevano faticosamente largo a colpi di tette e di culo tra la
selva di manifesti di candidati, che non sapevano piu’ se cercare
di convincere gli elettori o dedicarsi a un accurato studio di
anatomia.

La vecchia che gli consegno’ la scheda e la
matita copiativa, pareva una mummia appena uscita dal sarcofago.
Si sorprese di come potesse stare tutta assieme anche senza le
bende. E difatti, mentre entrava nella cabina, noto’ con la coda
dell’occhio che la protesi odontoiatrica le sfuggi’ di bocca,
infrangendosi rumorosamente sul tavolo. Con un gesto di
noncuranza uno scrutatore tolse dall’urna un canino che si era
conficcato nel legno.

Era giunto il momento tanto atteso, da quella
scheda in technicolor dipendeva il destino della Nazione. Decine
e decine di individui si aggrappavano a quella punta di grafite
cercando di dirigerla verso il proprio simbolo. Chiuse gli occhi,
ripenso’ a tutte le tribune elettorali viste in tv, rilesse
mentalmente la pletora di volantini che aveva intasato la
cassetta delle lettere e con gesto fermo e deciso ingoio’ quel
pezzo di carta.

Quando, sei mesi dopo, scontata la pena
comminatagli per broglio elettorale e appropriazione indebita di
beni dello Stato, usci’ dal carcere, guardo’ che ore erano: l’una
e mezza.